giovedì 31 marzo 2011

Matilda Mother, le fiabe nel rock


Un brano di quello strano album che è The Piper at the Gates of Dawn, una fiaba raccontata e interrotta, tra le richieste del bimbo alla madre nel ritornello, dove emerge la stranezza di Barret nel raccontare anche temi frivoli come una sana fiaba infantile.

La musica è fantastica, i rumori di fondo ancora di più (sono uno dei punti di forza della genialità Floyddiana).


MATILDA MOTHER
PINK FLOYD - THE PIPER AT THE GATES OF DAWN

There was a king who ruled the land
His Majesty was in command
with silver eyes the scarlet eagle
showered silver on the people

Oh mother tell me more
Why'd you have to leave me there
hanging in my infant chair
waiting
You only have to read the lines
they're scribbled in black and everything shines

Across the stream with wooden shoes
bells to tell the king the news
a thousand misty riders climb up
higher once upon a time

Wandering and dreaming
the words had different meanings
yes they did

For all the time spent in that view
the doll's house darkness' old perfume
and fairy-stories held me high
on clouds of sunlight floating by

Oh mother tell me more
tell me more 


"Matilda Mother" is a song by British psychedelic rock band Pink Floyd, and is featured on their debut album, The Piper at the Gates of Dawn (1967).[1][2] Written by Syd Barrett, the song is sung mostly by Richard Wright with Barrett joining in on choruses and singing the whole last verse.

The lyrics quote fragments of fairy tales as read from a book to the singer by his mother ("read(ing) the scribbly black", referring to writing in a book as a child sees it), and in the chorus he implores her to "tell me more". The song also laments the loss of childhood, indicating these narrations are being recalled years later, and notes that "the words had different meaning", suggesting the child may have misinterpreted the stories at the time.[original research?]
The song begins with an unusual bass and organ interlude. Roger Waters repeatedly plays the B on the 16th fret of the G-string by varying the lower note from D to F sharp on the D string. Unlike many older beat and pop songs, the guitar rarely plays chords, and most unusually for Western music, Richard Wright provides an organ solo in the F# Phrygian dominant scale with a natural sixth instead of its typical flatted counterpart. The song ends with a simple E mixolydian-based waltz with wordless vocal harmonies of Richard Wright and Syd Barrett.
Barrett originally wrote the song around verses from Hilaire Belloc's Cautionary Tales, in which a series of naughty children, including Matilda, receive their (often gruesome) comeuppance. He was forced to rewrite and re-record the track when Belloc's estate unexpectedly denied permission to use these lyrics.[3]
On the Masters of Rock compilation album, the song was misspelled "Mathilda Mother".


  • Matilda Mother
Nel terzo brano Barrett si cimenta nel suo ruolo di geniale pifferaio e menestrello portandoci nel mondo di una favola che si interrompe e poi riprende, quasi l'incitamento di un bambino affinché la madre non smetta di raccontargli la favola che tutto fa risplendere. La solenne atmosfera creata durante il racconto è interrotta da un malinconico “Mother, tell me more” ("mamma, raccontami ancora").

mercoledì 30 marzo 2011

Careful with that axe!

Una canzone particolare, con un testo altrettanto particolare, che passa in secondo piano schiacciato dal peso di una parte strumentale imponente. Molto bella, ma deve piacere il genere, altrimenti può lasciare a bocca aperta e naso storto.. Mmm, si apprezza molto molto di più dopo qualche ascolto.



Careful With That Axe, Eugene
Pink Floyd - Ummagumma

Down, down. Down, down. The star is screaming.
Beneath the lies. Lie, lie. Tschay, tschay, tschay.
[sound of Waters blowing into the microphone]
[light screaming from Waters]
Careful, careful, careful with that axe, Eugene.
[very loud and prolonged scream]
[another very loud and prolonged scream]
[Waters blowing into the microphone]
[light screaming from Waters]
The stars are screaming loud.
Tsch.
Tsch.
Tsch.
[low groaning sound from Waters]


Careful with That Axe, Eugene è un brano, quasi interamente strumentale, dei Pink Floyd. È stata pubblicata per la prima volta nel dicembre del 1968 come lato B del singolo Point Me at the Sky. Successivamente il brano è stato pubblicato in versione live nel primo disco dell'album Ummagumma, nella raccolta Relics e nel video Live at Pompeii.
Il brano ha conosciuto diverse variazioni nel tempo (nel Live at Pompeii, ad esempio, il testo presenta alcune parole in più), ed è stato nuovamente registrato per la colonna sonora del film di Michelangelo Antonioni Zabriskie Point, e per l'occasione rinominato in Come In Number 51, Your Time Is Up. È stato suonato per l'ultima volta in un concerto ad Oakland il 9 maggio 1977. Per l'esecuzione Rick Wright utilizzò il sintetizzatore Minimoog in luogo dell'organo.
La canzone è contraddistinta da un'atmosfera cupa, accentuata dal ritmo del basso e dal suono orientaleggiante dell'organo Farfisa per sfociare nelle urla raccapriccianti di Waters, preannunciate dallo stesso bassista che sussurra "Careful with That Axe, Eugene", cauto con quell'ascia, Eugene. Una versione più addolcita si può ascoltare nella raccolta Relics.


martedì 29 marzo 2011

Qual'è il miglior album di sempre dei Floyd? Vota anche tu

Nuovo sondaggio appena lanciato, a cui speriamo partecipino ancora più persone. Nella colonna di sinistra sotto l'ipod dei Floyd (il gadget) c'è l'elenco di tutti gli album dei Pink Floyd (esclusi i live, tranne il Live at Pompei che fa storia a sè).

Votate anche voi e vediamo qual'è l'album preferito degli utenti di questo blog.

Abbiamo sedici giorni, poi avremo l'ardua sentenza.

Sondaggio chiuso: non c'è leader che tenga.

Il sondaggio ha confermato ciò che in un certo senso era abbastanza chiaro dall'inizio: i Pink Floyd non hanno un vero leader, o meglio hanno un leader diverso per ogni fase della loro esistenza.


Qual'è il vero leader dei Pink Floyd?



Gli inizi consacrano Syd Barret come creatore e trascinatore del gruppo, nonchè compositore e ideatore principale degli album di debutto; il crollo psicofisico di Barret ci regala uno Waters capace di prendere le redini della band e sfornare quelli che sono i maggiori successi in assoluto, frutto però più del dualismo tra lui e Gilmour che del bassista soltanto. Gli ultimi anni, nient'affatto disprezzabili, sono sotto la guida assoluta di Gilmour. E allora?

Allora non c'è un "capo", ci sono momenti di influenze diverse con i protagonisti che non avrebbero generato mai musiche altrettanto belle se avessero suonato da soli. Non per problemi tecnici o di abilità con lo strumento: è l'unione, la storia del gruppo e la sua coesione a creare la musica.

Note quasi mediocri se suonate da sole e che in gruppo compongono le migliori armonie di sempre.

Mason è importantissimo, anche se nel sondaggio è stato sottovalutato: è lui il collante del gruppo, colui che fa da bilancia e collante tra l'egocentrismo di Waters e l'esuberanza di Gilmour e l'incostanza di Wright. Wright stesso era fondamentale per la composizione e soprattutto per gli inizi (pensare che accordava lui il basso a Waters, che lui ha insegnato un pò a tutti, Gilmour escluso, cos'è la musica).

Ognuno il suo ruolo, a creare il miglior gruppo di sempre.

lunedì 28 marzo 2011

Set the Controls for The Heart Of The Sun


Una delle mie canzoni preferite, non c'è che dire. Incalzante, inquietante, ritmica e piena di musicalità al limite dell'onirico. Impossibile non restarne ipnotizzati.

Set the Controls for the Heart of the Sun è una canzone della progressive rockband Pink Floyd, tratta dall'album A Saucerful of Secrets, uscito nel 1968, ultimo album con i Floyd per Syd Barrett e primo album con la chitarra di David Gilmour. Scritta daRoger Waters, è stata regolarmente suonata nei concerti tra il 1967 e il 1973, e nei tour solisti di Waters dal 1984 in poi. Appare anche nella raccolta Echoes: The Best of Pink Floyd, del 2001 e nell'album Ummagumma.
È l'unico pezzo suonato da tutti i cinque componenti della band inglese.


Il testo di "Set the Controls for the Heart of the Sun" è una poesia cinese appartenente al tardo periodo T'ang, la cui traduzione venne diffusa in Inghilterra dallo scrittore Arthur David Waley (1889 - 1966).




"Set The Controls For The Heart Of The Sun"
PINK FLOYD - A SAUCERFUL OF SECRETS
Little by little the night turns around.
Counting the leaves which tremble at dawn
Lotuses lean on each other in yearning
Under the eaves the swallow is resting

Set the controls for the heart of the sun.

Over the mountain watching the watcher.
Breaking the darkness, waking the grapevine.
One inch of love is one inch of shadow
Love is the shadow that ripens the wine.

Set the controls for the heart of the sun.
The heart of the sun, the heart of the sun.

Witness the man who raves at the wall
Making the shape of his questions to Heaven
Whether the sun will fall in the evening
Will he remember the lesson of giving?

Set the controls for the heart of the sun.
The heart of the sun, the heart of the sun. 

TRADUZIONE

Poco a poco la notte si volta
Contando le foglie che tremano nell'alba
Fiori di loto si appoggiano l'uno sull'altro nella brama
Sopra le colline una rondine sta riposando

Regola i comandi per il cuore del sole
Sulla montagna guardando chi guarda
Rompendo l'oscurità, svegliando la vite
La conoscenza dell'amore è conoscenza dell'ombra
L'amore è l'ombra che fa maturare il vino

Regola i comandi per il cuore del sole
Regola i comandi per il cuore del sole

Ne è testimone l'uomo che saluta il muro
Tracciando la forma della sua domanda al cielo
Se il sole calerà nella sera
Ricorderà la lezione del donare?

Regola i comandi per il cuore del sole
Regola i comandi per il cuore del sole

A Saucerful of Secrets

A Saucerful of Secrets


Un grande album che per alcuni versi conclude un ciclo e un'epoca per i Pink Floyd. Barret è alla fine, le sue energie sono scarse e la testa è fritta sotto il peso dell'LSD che assume quotidianamente. A Saucerful Of Secrets è un ottimo album, musicalmente, con una perla lucente, oltre alla title track: Set The Control Fotr The Heart of The Sun, che è una delle mie canzoni preferite (e anche di Mason, come ricorda in una intervista).

I suoni sono particolari, le atmosfere psichedeliche regnano ancora,ma sul materiale inizia già a prevalere l'impronta di Waters rispetto a quella di un sempre più evanescente Barret che avrà problemi anche a concludere il tour (sul palco barcollava addirittura, e non era possibile per gli altri elementi della band sopportare i continui stop e i salti mortali per coprire i buchi lasciati da Syd. 



A Saucerful of Secrets è il secondo album dei Pink Floyd. La nascita dell'album coincide con il declino dello stato mentale di Syd Barrett, indiscusso leader della band e chitarra solista fino all’ingresso di David Gilmour nei Pink Floyd. Questo è l'ultimo lavoro dei Pink Floyd a cui Barrett prende parte prima di essere allontanato definitivamente dal gruppo. È proprio in questo periodo che Barrett comincia ad accusare gli effetti collaterali dell'LSD sommati ai già ereditari problemi di schizofrenia. In sua presenza, infatti, le registrazioni risultano lunghe e difficoltose e diviene impossibile per la band sostenere un tale peso. Le uniche apparizioni di Barrett in quest'album sono la chitarra su Remember a Day (in un primo momento intitolataSunshine ed inizialmente pensata per The Piper at the Gates of Dawn) e Set the Controls for the Heart of the Sun e l'ultima traccia dell'album, Jugband Blues, unico brano da lui scritto e cantato.

L'ALBUM A Saucerful of Secrets fu pubblicato il 29 giugno 1968 in Inghilterra e il 27 luglio 1968negli U.S.A., venne registrato tra l'agosto 1967 ed il maggio 1968 agli EMI Studios diAbbey Road e ai Sound Techniques Studios di Chelsea a Londra, ma missato interamente agli Abbey Road. La produzione dell'album fu affidata a Norman Smith. La copertina e le foto sono dell'Hipgnosis di Storm Thorgerson che realizzò molte delle copertine dei Pink Floyd; è formata da un collage di 13 immagini tra cui figurano alcuni frammenti di fumetti della Marvel Comics, l'immagine di un alchimista, immagini di ampolle e bottiglie, una ruota zodiacale, il sole, alcuni pianeti e una piccola foto del gruppo sulle rive di un fiume fuori Londra. Sulla copertina si può leggere anche la scritta "y d pinkfloyd p" e resta il dubbio sul reale significato delle lettere iniziali, infatti secondo alcuni sarebbe la semplice ripetizione di "p i n k f l o y d", mentre secondo altri sarebbe (s) y d pinkfloyd p(inkfloyd), ovvero un omaggio a Syd Barrett che aveva lasciato definitivamente il gruppo nel febbraio1968. Con questo album i Pink Floyd danno una svolta alla loro musica, e, incidentalmente, tolgono l'articolo "The" dal nome Pink Floyd.

TRACCE
  1. Remember a Day (Wright) – 4:33
  2. Set the Controls for the Heart of the Sun (Waters) – 5:28
  3. Corporal Clegg (Waters) – 4:13
  4. A Saucerful of Secrets (WatersWrightMasonGilmour) – 11:57
    • strumentale
  5. See-Saw (Wright) – 4:36
  6. Jugband Blues (Barrett) – 3:00voce: Syd Barrett

  7. FORMAZIONE


"A Saucerful of Secrets" è un disco di importanza cruciale nella discografia dei Pink Floyd. Non perchè segni particolari scarti rispetto all'esordio di "Piper at the Gates of Dawn", ma perché fotografa il momento preciso in cui la guida del gruppo passò dalle mani di Syd Barrett a quelle di Roger Waters.E' il 1968 e Barrett inizia a mostrare i segni di quell'instabilità che lo porterà presto ad allontanarsi dalla musica e a ritirarsi dalle scene. Il gruppo lo sostituisce con David Gilmour, che entra nei Pink Floyd e non li lascerà più. Tuttavia Barrett resta fondamentale anche in qui. E compare di persona,seppure in una sola occasione. Accade proprio quando il disco sta per chiudersi e il Nostro intona le sghembe e fragili linee melodiche di "Jugband Blues", accompagnato solo da una chitarra acustica prima che giunga una banda nel finale. Un brano separato dagli altri, così disarmante rispetto alla solidità del disco, simile invece ai lavori solisti che usciranno di lì a poco, "The Madcap Laughs" e "Barrett".Prima di "Jugband Blues", "A Saucerful Of Secrets" è in ogni caso un disco che conferma i Pink Floyd come uno dei gruppi fondamentali della psichedelia inglese, sorretto dal carisma di Waters e dal talento di Rick Wright. Lo è nei momenti più onirici, nei veri e propri viaggi nello spazio che sono "Set the Controls For the Heart of the Sun" e "Let There Be More Light", oltreché nel lunghissimo brano che dà il titolo al disco, una serie di rumori dilatati che crescono sino a sfociare in un bellissimo crescendo di organo.Ma è un lavoro notevole anche quando regala canzoni più classiche e strutturate. Si prendano l'incantevole nostalgia di "Remember a Day", costruita per lo più al piano, o la liquida "See-Saw", entrambe firmate da Wright. E' per tutte queste ragioni che pur non possedendo il fascino e la sorpresa dell'esordio del gruppo, nè l'innocente follia dei lavori di Barrett, "A Saucerful of Secrets" resta tuttavia un disco fondamentale nella storia del gruppo inglese".

Infine un link per trovare musica (free download) come A Saucerful Of Secrets dei Pink Floyd da FreeFileHosting: http://www.fileserve.com/file/FNT9Ymd/PINK%20FLOYD%20-%20A%20Saucerful%20Of%20Secrets.rar.

domenica 27 marzo 2011

Scarecrow

Un bel pezzo, molto breve che vede anche l'unica apparizione TV di Syd Barret con i Floyd tra i video musicali di The Piper At The Gates of Dawn.

Il tempo vola e oggi, come ieri, è stata una giornata piena. Post più completi e interessanti ci aspettano nei prossimi giorni, per ora godetevi la canzone, un ottimo modo per passare il tempo!


SCARECROW
PINK FLOYD - THE PIPER AT THE GATES OF DAWN

The black and green scarecrow as everyone knows
Stood with a bird on his hat and straw everywhere.
He didn't care.
He stood in a field where barley grows.
His head did no thinking
His arms didn't move except then the wind cut up
Rough and mice ran around on the ground
He stood in a field where barley grows.
The black and green scarecrow is sadder than me
But now he's resigned to his fate
'Cause life's not unkind - he doesn't mind.
He stood in a field where barley grows.
The scarecrow è una canzone della band di rock progressivo Pink Floyd, tratta dal loro album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn, uscito nel 1967. Era già apparsa due mesi prima come lato B del brano See Emily Play, scritta dal primofrontman della band, Syd Barrett.
Il brano contiene lo sviluppo di alcuni temi sull'esistenzialismo, dato che in esso Syd paragona la sua esistenza a quella dello spaventapasseri (lo scarecrow), "più triste della sua, ma comunque rassegnato al suo destino". Tale tematica sarebbe divenuta in seguito un pilastro nel linguaggio lirico della band.

Video musicali

Una pellicola promozionale per la canzone, prodotta per un cinegiornale Pathé e girata ai primi di luglio 1967, mostra la band in atteggiamento scherzoso con uno spaventapasseri in uno spazio aperto. In essa si vede Roger Waters cadere in terra come se fosse stanco e Nick Mason scambiare il cappello con quello dello spaventapasseri. Parte di questa pellicola è stata ripresa nel tour The Dark Side Roger Waters tour.
Un secondo promo è stato girato nel 1968 a Bruxelles, in Belgio, con David Gilmour in sostituzione di Barrett e con Waters che canta in playback mentre suona un basso Rickenbacker con un archetto di violino.

Formazione

sabato 26 marzo 2011

Lucifer Sam

Un altro delirio Barrettiano nella canzone che ascoltiamo oggi: Lucifer Sam. La storia controversa ve la mostro come la riportano wikipedia e il noto sito musicale AllMusic.


LUCIFER SAM
PINK FLOYD - THE PIPER AT THE GATES OF DAWN
Lucifer Sam, siam cat.
Always sitting by your side
Always by your side.
That cat's something I can't explain.
Ginger, ginger, Jennifer Gentle you're a witch.
You're the left side
He's the right side.
Oh, no!
That cat's something I can't explain.
Lucifer go to sea.
Be a hip cat, be a ship's cat.
Somewhere, anywhere.
That cat's something I can't explain.
At night prowling sifting sand.
Hiding around on the ground.
He'll be found when you're around.
That cat's something I can't explain. 

Lucifer Sam è una canzone dei Pink Floyd, inserita nel loro album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn.
La canzone è costruita su di una riff discendente, il cui elemento dominante è la chitarra elettrica di Syd Barrett, effettata con quello che oggi si chiamerebbe "delay"; il suono risultante è stato spesso definito come un sinistro Duane Eddy.[1] L'effetto viene aumentato dal resto della strumentazione, che segue il ritmo di Barrett.
Nonostante il testo parli frequentemente di Lucifer Sam come un gatto, spesso sono sorte alcune controversie riguardanti il fatto che forse, invece, Barrett volesse riferirsi all'amante (hip cat), reale o immaginario, che fece finire la sua relazione con la fidanzata di allora, Jenny Spires (la Jennifer Gentle della canzone).
Ad ogni modo, Sam era semplicemente il soprannome che Barrett affibbiava al proprio animale domestico, il gatto Rover; la traccia era originariamente stata intitolata Percy the Rat Catcher durante le sessioni di registrazione.
Song Review by Stewart Mason from http://www.allmusic.com/song/t1530786
"Coming directly after the (literally) spacy "Astronomy Domine" as the second song on Piper at the Gates of Dawn, the harder-rocking "Lucifer Sam" reaffirms Pink Floyd's increasingly tenuous connection to the rock & roll mainstream. The driving chord progression -- which bears a striking resemblance to Neal Hefti's "Batman" theme, in much the same way that "Interstellar Overdrive" owes an obvious debt to Love's "My Little Red Book" -- anchors the song in fairly standard garage band territory. At heart, it doesn't sound much different from something the Who might have done around the same time, and it should be noted that "Lucifer Sam" is one of Pink Floyd's most-covered songs for that reason, with paisley underground vets True West, art-noise terrorists Shockabilly, and goth stalwarts Love and Rockets all tackling the song within a couple years of each other. (Captain Beefheart-inspired Italian neo-psychedelic duo Jennifer Gentle, incidentally, joined the ever-swelling ranks of bands that took their names from Syd Barrett songs by lifting a lyric from this tune.) However, Rick Wright's churning organ solos between Barrett's elliptical verses, as well as the strange whip-like echoing percussion noises that crop up randomly throughout, connect the song to Pink Floyd's own aesthetic, as do Barrett's entirely logical but puckishly epigrammatic lyrics."

Il vostro Pink Floyd's MP3 versione 3.0