domenica 3 aprile 2011

Da "La Stampa", impressioni sul The Wall Tour di Roger Waters

"Il tour di "The Wall" è un'impresa titanica e non ero sicuro di farcela ma il pubblico gradisce"

LUCA DONDONI
MILANO
Se siete fra i fortunati che l'1, 2, 4 e 5 aprile saranno al Forum di Assago a cantar le note di Another brick in the Wall con Roger Waters, non vi siete fatti sfuggire il concertoevento del 2011 e l'ultima occasione per vedere sul palco chi, dei Pink Floyd, era il nume tutelare. «Non riesco ad immaginarmi a 80 anni in un tour di 55 date», ha detto infatti Waters qualche giorno fa. Lo spettacolo ripropone lo storico doppio album The Wall(tutti i brani nella sequenza originale, più l'inedita What Shall We Do Now ) festeggiandone il 30˚ anniversario. E' la prima volta che l'opera viene messa in scena negli ultimi vent'anni e le tappe europee sono attese anche perché l'allestimento scenografico è diverso dall' originale dell'80 e i contenuti «testuali» molto più politici. Il piatto forte è uno schermo enorme su cui verrà proiettato il muro che crolla così come lo vedemmo dal vivo nello storico «live» berlinese. Il tour europeo è partito da Lisbona il 21 marzo e Rolling Stone Itali a in edicola domani pubblica l'intervista esclusiva a Roger Waters: «Ai tempi dei Pink Floyd ero ricco e famoso ma arrabbiato e infelice».


«"La paura alza i muri", è scritto in un graffito a Gerusalemme - dice Waters - il mondo è ancora pieno di muri. Il motore di The wall fu il ricordo di mio padre morto in guerra ma ci sono ancora tanti papà impegnati nei conflitti, molte famiglie, soprattutto negli Usa, che hanno perso parenti in Medio Oriente. Oggi chi ha alle spalle una storia come la mia non scrive The Wall ma va a raccontarla nei reality show. Si diventa famosi senza saper far nulla. La tv è il vero oppio dei popoli perché foraggia consumismo e propaganda e crea dipendenza. Nonostante i social network la gente non riesce ancora a comunicare e a scambiarsi le idee».


67 anni e un fisico ancora possente, oggi Waters è un ricco signore inglese che ha scelto di vivere negli esclusivissimi Hamptons (vicino a New York) ma non ha smesso di amare il palco. «Non si può mettere in piedi un circo e fare vedere le pulci ammaestrate - dice - ma devi mostrare gli elefanti e i leoni. Questa è un'impresa titanica e non ero sicuro di farcela ma sembra che il pubblico gradisca». Il proclama più politico dello spettacolo è in Mother con un video che scorre alle spalle dell'artista dove telecamere di sorveglianza, che tutto sentono e tutto vedono, ricordano molto il Grande Fratello orwelliano. Prima di salutarlo il giornalista di Rolling Stone non può evitare la classica domanda sulla divisione dei Pink Floyd. Cosa è successo veramente fra Roger Waters e David Gilmour? «E' stata colpa nostra - racconta il cantante - Siamo cresciuti in modi diversi e non avevo più voglia di litigare. Musicalmente, politicamente, filosoficamente avevamo visioni diverse e lo scontro è stato inevitabile. Doveva finire così». Ed è tutto.

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